Posted at 13:27h
in
Economia
by Filippo Leonardi
Tutte le persone che in qualche modo si sono avvicinate ai mercati finanziari tentando di esserne “protagonisti” hanno sicuramente sentito parlare d’analisi tecnica grafica, in che termini la presentazione sia avvenuta dipende probabilmente dalla professionalità dell’oratore. In estrema sintesi potremmo definire l’analisi tecnica, come lo studio sistematico del comportamento di “valori” finanziari, mediante metodi grafici e quantitativi, con lo scopo di prevederne l'evoluzione futura.
Si tratta di un vastissimo e articolato insieme di tecniche, anche molto complesse che richiedono un forte bagaglio di conoscenze e in particolare attente valutazioni, circa la reale possibilità di essere utilizzate singolarmente o in un contesto più ampio. Troppo spesso invece, sono state propinate ad un “pubblico” inesperto, un pubblico per giunta molto propenso a facili entusiasmi, convinto, spesso con dolo da presunte fonti autorevoli, che un paio di regole bastassero per prevedere e cogliere ogni movimento del mercato. Passata la grande illusione, che in molti hanno pagato a caro prezzo, l’
analisi tecnica grafica si propone ora per quello che è o meglio per quello che per i più attenti analisti, è sempre stata: un valido metodo che permette di comperare e vendere i “migliori” titoli alle migliori condizioni di prezzo.
Storicamente la nascita dell’analisi tecnica è fatta risalire al 1896-1902, periodo in cui
Charles Henry Dow pubblico sulle colonne del suo giornale (
Wall Street Journal), una serie d’editoriali in cui illustrava varie regole e metodi per analizzare il comportamento del mercato