19 Set L’Isola delle Rose
Sabato sera. Sono a Savignano e si beve qualcosa con gli amici al buon vecchio Sidro Club. Mi arriva uno di quei messaggi generati in automatico da uno dei server della Vodafone e mi dice che per chiamare l’Italia occorre digitare un certo numero e blahblahblah. Mi metto a ridere (forse è anche colpa della 4 birra che impugno con assoluta baldanza) e corro al balcone dietro al quale sono certo di trovare il buon Leo.
Gli faccio: “Di ascolta, se volevi trasportare il Sidro in una dimensione sovranazionale ed esulare la metratura del locale dall’obbligo di sottostare alle leggi dello stato italiano potevi farla meno complicata..si insomma..contattare addirittura la Vodafone!”.
“Ma stai buono va là, ho visto da poco un documentario sull’Isola delle Rose..un ingegnere pazzo di Bologna alla fine degli anni 60’…lui sì che ha avuto le palle…”
Senza riportare tutta la conversazione (siam mica qui a ricopiare i tabulati) il discorso è molto interessante. Diversi temi, anche di natura prettamente filosofica, si intrecciano quando si toccano argomenti come quelli delle radio pirata, delle libere repubbliche sorte quasi per gioco a cavallo fra anni 60′ e 70′ in diverse parti del mondo, dell’esperanto e delle Utopie.
Mi piace pensare che di spazi da riempire con punti di vista nuovi e innovativi, coraggiosi e non necessariamente conformisti si possano ancora trovare, passeggiando per il nostro pianeta. Sicuramente navigando nelle acque dei nostri mari, addirittura di quella “bacinella” che è il nostro Mare Adriatico. Da qui l’entusiasmo per un documentario semplice, ma assolutamente evocativo rispetto la nascita e la morte dell’Isola delle Rose.
Giorgio Rosa è un ingegnere edile nato, cresciuto e laureatosi a Bologna. Uno studente modello, tranquillo e assolutamente inserito nella società italiana di quel tempo. Una società che stava attraversando un momento di profonda trasformazione culturale, in cui il vigore e gli stimoli culturali provenienti da fuori e dentro Bologna evidentemente cominciavano a farsi sentire.
Così per Giorgio Rosa non è poi così strano pensare ad una città-stato sospesa sulle acque dell’adriatico, indipendente dall’Italia e da tutte le altre nazioni del mondo, battente la propria bandiera, con un proprio governo e delle proprie istituzioni. Libere. Nel giro di pochi anni così si crea le condizioni per potere costruire al largo di Rimini quella che poi diventerà l’Isola delle Rose: una sorta di repubblica utopica sorta in acque internazionali ed anche per questo collocata in uno spazio in cui le fantasie rivoluzionarie e libertarie dell'”estate dell’amore” in versione italiana trovano una location insolita per quanto efficacie su cui proiettare le proprie aspirazioni e la propria voglia di imporsi sulla società.
Nel documentario di Cinematica però c’è anche altro. C’è anche la storia della grottesca occupazione dell’isola da parte dell’esercito italiano, l’assoluto disinteresse per il movimento hippie dello stesso ingegner Rosa, le testimonianze dirette di alcuni dei protagonisti di questa curiosa ed affascinante vicenda, che porta alla luce solo alcune delle contraddizioni dell’Italia di ieri e dei nostri giorni. Highly Recomended
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