02 Gen La Ragazza con la Pistola – Mario Monicelli con Monica Vitti (1968)
Quando ti svegli dal torpore generato da massicce dosi di Netflix non c’è molto altro da fare. O esci di casa e affronti a muso duro i tuoi demoni o ti rifugi in qualcosa che non può tradirti. Qualche settimana fa avevo già scritto qualcosa su Elio Petri e su uno dei suoi film più visionari. Questa volta invece ci siamo regalati La Ragazza con la Pistola, uno dei film meno ricordati del maestro Mario Monicelli, nonostante la nomination all’oscar nel 1969 come miglior film straniero, con una strepitosa e giovanissima Monica Vitti.
Il film si svolge fra la Sicilia e l’Inghilterra, due regioni del mondo che in quel momento rappresentano gli antipodi: da un lato le tradizioni, l’arretratezza dei costumi e dei rapporti sociali, soprattutto quelli fra uomo e donna, dall’altra la City, così moderna e assetata di cambiamento, ricca di nuove tendenze e libertà individuali. Protagonista della storia Assunta che nelle prime scene del film viene rapita da un manipolo di loschi individui e portata erroneamente al cospetto di Vincenzo, mandante del sequestro e aspirante marito che per un grossolano errore vede arrivare al suo capezzale la ragazza sbagliata: quella ad essere rapita doveva essere la cugina di Assunta!
In una Sicilia in cui l’onore è tutto, il rapimento di Assunta rappresenta un punto di non ritorno. Vincenzo lo sa e per questo, promettendo alla giovane Monica Vitti di sposarla comunque, passa una notte d’amore assieme a lei, per poi scappare in un’altra città abbandonandola alla sua vergogna, alla sua famiglia e al suo disonore.
Tutto il film è girato su di un registro che si muove splendidamente il comico ed il grottesco, in cui la tecnica del ribaltamento mette in luce le differenze fra la Sicilia di quel tempo e l’Inghilterra in cui Vincenzo cerca di mescolarsi fra la folla. Perchè lui sa che l’unica cosa che Assunta può fare ora è ucciderlo, per riparare all’umiliazione subita e portare a casa di nuovo il suo onore e il suo orgoglio. Da qui parte una rincorsa in cui gli incontri e le battute si susseguono, accompagnate da una colonna sonora di Peppino De Luca che è pura poesia.
Non aggiungo spoiler sul resto della trama e sul finale, anche se lo facessi non riuscirei a rovinare nulla. Quando la storia i grandi della narrazione si esaltano e nascondono nei dettagli il sapore della bellezza.
Netflix 0 – Monicelli 1 palla al centro.
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