12 Apr Il motore dell’Apollo 11 manderà Amazon sulla Luna? Sì lo ammetto, rosico.
Uno degli hashtag più cliccati di twitter del 29 marzo scorso è stato #Apollo11. (c’era anche #Emilio Fede, purtroppo gli italiani sono sempre i più cocali). Jeff Bezos, CEO di Amazon e fondatore della compagnia di voli spaziali Blue Origin è alla ricerca dell’F-1 che permisero ai primi uomini di mettere piede sulla luna. E pare che sia lì lì per farcela.
Scommetto che in borsa il titolo di Amazon sarà alle stelle. E la metafora cosmica potrebbe avere un sacco di altri appigli sui quali fare sponda per raccontare una di quelle cose che nel 2012 vanno così tanto di moda.
Using high-tech sonar, an expedition spearheaded by Bezos has discovered what he claimed were discarded engines from the mission lurking 14,000 feet deep. In an online announcement Wednesday, Bezos said he is drawing up plans to recover the sunken engines, part of the mighty Saturn V rocket that launched Armstrong, Buzz Aldrin and Michael Collins on their moon mission.
La notizia riportata anche dal Guardian mi ha subito colpito non tanto perchè un pezzo fondamentale della love-story fra uomo e spazio sia lì lì per riemergere dalle profondità dell’oceano, quanto piuttosto perchè la missione che lo ha portato a galla è una missione privata che trasuda marketing da ogni poro.
Una specie di versione epica del cause related marketing, dove il sentimento filantropico legato alla riscoperta di uno dei simboli più significativi della space-era si fonde con il primo comandamento della pubblicità: far parlare di sè.
C’è qualcosa di sbagliato in tutto questo, ma non so perchè, mi piace.
Intanto a questo indirizzo http://www.bezosexpeditions.com/engine-recovery.html si può tenere monitorato l’avanzamento della “missione”, per noi guardoni che non abbiamo i mezzi ed il tempo per sentirci eroi così spesso. Epic marketing? Si lo ammetto, rosico.
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