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BLUE CHEER live @ Orange Factory – Sojo – Leuven – 04/09

05 Apr BLUE CHEER live @ Orange Factory – Sojo – Leuven – 04/09

E’ come se tutto il paese si fosse messo in ordine solo per convincermi che era proprio quello ciò che io mi aspettavo e ciò che avrei voluto vedere arrivato là. Prendo il treno sulle 3 e in 3 quarti d’ora arrivo a Leuven, piccola cittadina a sud delle fiandre. La mia guida dice che è un importante centro industriale, ma io non me ne curo. E faccio bene. Perchè una volta arrivato lì mi sembra di essere in un museo a cielo aperto.

Ci sono solo case a 2 piani, tute fatte con mattoni rossi e belli in vista che riempiono gli occhi di chi le guarda. In effetti non ci sarebbe altro da vedere. Tutto sembra stato distrutto e ricostruito almeno una cinquantina di volte, l’ultima delle quali, pochi minuti prima del mio arrivo. Ecco: Leuven sembra il salotto di una casa per giganti. Ti viene proprio voglia di sederti in terra, di mangiare i biscotti intucciandoli nelle pozzanghere di latte che ci sono ogni tanto, quando piove.

Poi arrivo in “centro” – che dista ovviamente non più di 500 metri dalla periferia! – e lì si respira una bella aria. Uno degli esempi più riusciti di Gotico Brabantino, o qualcosa del genere..il Grot Markt di Leuven è il vaso più prezioso della stanza: svettano dalle sue pareti centinaia di rappresentazioni intagliate nella pietra di santi impostori e sacrificati. Al suo fianco, la basilica di San Piter.

Per le strade ci sono solo bambini, ragazzini. Non hanno più di 14 anni. Sarà l’idea del latte nella pozzanghera, ma qua a Leuven sono tutti belli. E io faccio le foto.

Ma poi arriva il momento di cercare il club dove DEVE tenersi il concerto che stavo aspettando da mesi, quello dei BLUE CHEER. Solo che non riesco ad immaginarmi come possa essere incastonato un locale con un concerto dei Blue Cheer in un contesto simile. Rimango perplesso e seguo delle indicazioni che io stesso ho scritto sull’agenda, più o meno in modo casuale, verso il locale. Credo sia questo il motivo per cui per trovare il sojo – esattamente a 1 km di distanza dalla stazione – impiego un intero pomeriggio. Poi una volta perse tutte le speranze, appena finita l’ultima schiera di case che appartengono al centro, un bosco. Una stradina inghiaiata. Ci entro e vedo furgoni freak tutti colorati. Cazzo l’ho trovato! Mi avvicino ancora di più e comincio a vedere capelloni con anfibi di ogni colore dell’iride coperti da t – shirt dal gusto inequivocabile. Entro nella baracca e li assaporo il paradiso.

Giuro che non avevo mai sentito nulla di più alto. Il volume di quei bastardi ultra 60enni rimbomba ancora stamattina nelle mie cazzo di orecchie. Inimmaginabile. Assoli di chitarra che ti prendono a schiaffi, mentre i bassi ti picchiano nella pancia. L’unica cosa è che tu sei lì proprio per quello, e godi.

ps. Ho fatto dei filmini con la telecamera ma non si distingue nulla. Il volume era davvero assordante.

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