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Viaggio in Sicilia, le migliori 5 tappe che non puoi perdere

16 Ago Viaggio in Sicilia, le migliori 5 tappe che non puoi perdere

Il primo viaggio in Sicilia non si scorda mai. Una regione talmente ricca di storia, natura e buon cibo che davvero si rasenta la perfezione. Sicuramente per chi ama il mare, l’archeologia, la contaminazione culturale e i paesaggi unici. Per coloro che si stanno organizzando per un viaggio nella terra che un tempo fu la Magna Grecia, ecco la mia personalissima Top 5: prendetela come viene, durante il nostro viaggio non abbiamo avuto modo di girare tutta l’isola, ma solo le coste occidentali, orientali e parte di quella meridionale. Ma c’è davvero un tesoro dietro ad ogni angolo, ad ogni uscita dell’autostrada, che ricordo essere per la maggior parte del suo tracciato ad eccezione di una decina di caselli.

 

1. Parco dell’Etna, Catania

Visitare la Sicilia senza ritagliarsi almeno una giornata per visitare il Parco Naturale dell’Etna è un peccato capitale! Imponente e maestoso, l’Etna è il più grande vulcano attivo d’Europa. Campeggia e minaccia buona parte della costa orientale dell’isola e nonostante la sua attività “stromboliana” si sia intensificata nel corso del 2021, più che una minaccia l’Etna è rimane un maestoso e amichevole protagonista dello skyline della regione. Assolutamente consigliata l’escursione sui crateri sommitali a quota 3.000 metri. Ci sono davvero tantissime guide, associazioni e organizzatori di escursioni di livello base, medio o avanzato. Noi ci siamo aggregati ad un gruppo che fa base a Piano della Sapienza (www.etnatouring.com), dove parte la funivia dell’Etna. Con 70 euro a testa abbiamo acquistato i biglietti della funivia e una guida che ci ha portato sino in vetta, per vedere la colata ancora fumante dell’eruzione avvenuta il giorno prima! Un’esperienza davvero magica, in un paesaggio surreale che sembra non appartenere a questo mondo. Per i più pigri è possibile avventurarsi senza alcun rischio anche nella zona dei crateri Silvestri, ora spenti ma comunque ricchi di fascino e bellezza.

 

2. Favignana, Isole Egadi

Non so come dirlo perché in realtà va contro i miei interessi. Raccontare quanto mi abbia conquistato, affascinato e divertito l’isola di Favignana significherebbe pubblicizzarla, promuoverla, con un conseguente incremento dei visitatori e dell’affollamento sulle rocce delle sue calette. E si sa che ci sono luoghi in cui gli assembramenti non sono mai un valore aggiunto. Poi è vero che i lettori di questo blog sono pochi, è vero che alla fine non bisogna essere egoisti. Per cui lo farò, parlerò di Favignana, la “farfalla” delle Egadi. Raggiungibile da diversi punti, quello più semplice probabilmente è il porto di Trapani, da cui partono ogni giorno, a distanza di qualche ora l’uno dall’altro, un paio di aliscafi che in circa 30 minuti possono portarvi nuovamente sulla terra ferma, sul suolo di Favignana. Il mare che circonda questa isola è davvero incredibile, di un azzurro da togliere il fiato. Nelle calette si affastellano sulla sua costa, la roccia lascia spazio ad una sabbia bianca che dona a quello spicchio di Mediterraneo un colore turchese, iconico. In questa specie di paradiso, non perdete Cala Rossa, fra le spiagge più belle d’Italia. O forse la più bella? Per i consigli pratici: la bicicletta si affitta sull’isola senza problemi, vale assolutamente la pena dormire sull’isola, anche se è un po’ cara ne vale assolutamente la pena (l’aliscafo costa una trentina di euro a testa, più il parcheggio giornaliero al porto di Trapani). Che altro? Ah sì, portatevi un cappello perché le tende e gli ombrelloni sono un po’ difficili da piazzare…

 

3. Riserva Naturale dello Zingaro

Fra la provincia di Palermo e quella di Trapani c’è un angolo di paradiso. La Riserva Naturale dello Zingaro nasce negli anni ’80, grazie ad un divieto di urbanizzazione fortemente voluto dalla Regione per impedire che anche quell’angolo di Sicilia venisse cementificato, rovinato e compromesso. Il risultato è una Riserva Naturale che si estende per circa 10 km di costa, attraversata da avvincenti lingue di terra in cui avventurarsi in Mountain Bike o con degli scarponi da Trekking. Ma ancora una volta, il mare la fa da protagonista: Cala Tonnarella dell’Uzzu, Cala dell’Uzzu sono le prime di 8 calette provenendo da nord che vi riempiranno l’anima per la loro bellezza pura e incontaminata. E forse sono anche le più suggestive. Sì perché l’accesso alla riserva può effettuarsi sia da nord che da sud: nel nostro viaggio abbiamo scelto la prima soluzione. La strada che si arrampica sulla parete rocciosa dietro a cui si nasconde la riserva si percorre agilmente in auto e parte da San Vito lo Capo, non potete sbagliare.

 

4. Gibellina, Cretto di Burri

La Sicilia è una terra ricca di magia naturale, energia positiva, sole, mare e cultura. Pensavo che passare un pomeriggio a Gibellina fosse una sorta di tappa riempitiva all’interno di un road trip sulla costa occidentale, una sosta quasi obbligata che però non poteva competere con il resto delle meraviglie di quell’area. E come spesso succede quando si ha che fare con preconcetti e pregiudizi, ho avuto il piacere di ricredermi. Il Cretto di Burri è un’opera coraggiosa di Land Art (la più grande d’Europa) realizzata a seguito del terremoto del Belice che colpì il borgo di Gibellina e tutti i territori limitrofi nel 1968. Anche senza conoscere la storia di questo luogo, già qualche curva prima di arrivare al cretto si respira un’aria sospesa e memoriale. Gli edifici divelti sopravvissuti alla furia del terremoto circondano tonnellate di cemento bianco sotto cui si celano le rovine del vecchio borgo di Gibellina, tumulate in un sarcofago che ne riprende le strade, i vicoli e l’impianto urbanistico. Un regalo che il sindaco assieme all’artista Burri decisero di fare al vecchio borgo, all’interno del progetto di ricostruzione di Gibellina Nuova che nonostante il positivo impulso progettuale degli esordi, a distanza di qualche decennio mostra invece tutti i suoi limiti e tutte le sue contraddizioni. 

 

5. Favara, Farm Cultural Park

La provincia di Agrigento è contraddittoria e non è fra i luoghi che più mi hanno stupito nel mio viaggio in Sicilia. Sì, ok la Scala dei Turchi, ma durante l’estate ’21 era ancora sotto sequestro, misura con la quale le autorità stanno cercando di arginare un fenomeno corrosivo che rischia di rovinare uno dei paesaggi effettivamente più maestosi dell’intera isola. Che dire della Valle dei Templi? Patrimonio dell’Unesco, uno dei siti archeologici più famosi al mondo, testimonianza della grandezza e dello sviluppo pre-romano che l’isola vantava già ai tempi della Magna Grecia. In Sicilia ci sono però anche altri siti archeologici ellenici che competono con il parco della Valle dei Templi, il Tempio di Selinunte e il Tempio di Segesta ad esempio. Quindi che fare? Il consiglio è quello di mischiare le carte e visitare quella che sta diventando una delle mete turistiche più importanti della provincia. Parliamo di un turismo slow, innamorato del design, della rigenerazione urbana e delle contaminazioni culturali. Nel cuore di Favara, a circa 15 minuti da Agrigento, ricavato da una vecchia corte abbandonata e da alcuni palazzi “indecisi”, sapientemente riconsegnati alla città sotto forma di centro culturale e spazio espositivo, lasciatevi rigenerare dal Favara Farm Cultural Park. Una pluripremiata realtà, riconosciuta a livello internazionale, in cui respirare una biennale atmosfera newyorkese in grado di pervadere tutti gli ambienti espositivi, i bar e i ristoranti di questa piccola avanguardia culturale, perfettamente integrata all’interno del borgo: i murales che decorano gli spazi della Farm sono l’epicentro creativo che nel corso degli anni ha coinvolto altri muri sparsi in molte strade del paesino, che vale assolutamente la pena di visitare. Quando uscite dal di qui però state con gli occhi aperti, nel bar in cui abbiamo fatto colazione c’è appena stato un omicidio…

 

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