25 Mag Candele Giapponesi e Analisi Tecnica: la grammatica del mercato
Tutte le persone che in qualche modo si sono avvicinate ai mercati finanziari tentando di esserne “protagonisti” hanno sicuramente sentito parlare d’analisi tecnica grafica, in che termini la presentazione sia avvenuta dipende probabilmente dalla professionalità dell’oratore. In estrema sintesi potremmo definire l’analisi tecnica, come lo studio sistematico del comportamento di “valori” finanziari, mediante metodi grafici e quantitativi, con lo scopo di prevederne l’evoluzione futura.
Si tratta di un vastissimo e articolato insieme di tecniche, anche molto complesse che richiedono un forte bagaglio di conoscenze e in particolare attente valutazioni, circa la reale possibilità di essere utilizzate singolarmente o in un contesto più ampio. Troppo spesso invece, sono state propinate ad un “pubblico” inesperto, un pubblico per giunta molto propenso a facili entusiasmi, convinto, spesso con dolo da presunte fonti autorevoli, che un paio di regole bastassero per prevedere e cogliere ogni movimento del mercato. Passata la grande illusione, che in molti hanno pagato a caro prezzo, l’analisi tecnica grafica si propone ora per quello che è o meglio per quello che per i più attenti analisti, è sempre stata: un valido metodo che permette di comperare e vendere i “migliori” titoli alle migliori condizioni di prezzo.
Storicamente la nascita dell’analisi tecnica è fatta risalire al 1896-1902, periodo in cui Charles Henry Dow pubblico sulle colonne del suo giornale (Wall Street Journal), una serie d’editoriali in cui illustrava varie regole e metodi per analizzare il comportamento del mercato azionario. Questi articoli sono stati successivamente raccolti in due libri per mano di Hamilton e Rhea.
Con il crescente interesse rivolto ai mercati finanziari, la teoria si arricchisce continuamente di nuovi contributi ed estensioni, inoltre numerose sono le verifiche empiriche circa la bontà delle regole usate in analisi tecnica, verifiche che trovano molto spesso riscontri corretti, ma è l’esperienza sul campo a far crescere il numero degli operatori che si servono dell’analisi tecnica per entrare ed uscire dal mercato con il miglior tempismo possibile. Esperienza che ha portato alla scoperta e all’utilizzo di tecniche al di là d’orizzonti già noti.
Nell’anno 1991 con la pubblicazione di Beyond Candlestick grazie all’autore Steve Nison, la comunità finanziaria “occidentale” fece un importante e quanto mai singolare scoperta, in Giappone si operava con l’analisi tecnica grafica già da oltre due secoli, vale a dire molto prima che Wall Street vedesse la luce. Le candle chart argomento principale del libro erano state celate agli occidentali per secoli, Nison racconta che venuto a conoscenza della stesura del testo, un suo amico trader nipponico provò un certo disappunto, nell’apprendere che le candele sarebbero state “rivelate” a tutto il mondo.
Nel 1710 presso Osaka in Giappone era già da qualche tempo attivo un mercato del riso, in realtà dopo questa data si può parlare del primo mercato futures al mondo, giacché venivano scambiati da 1300 dealers, contratti relativi a quantità di riso prodotti nelle varie aree del Giappone. Il mercato era dominato dalla leggendaria figura di Munehisa Homma (1724-1803) figlio di una ricca famiglia, iniziò da prima ad operare nel mercato di Sakata per passare poi alla morte del padre, al mercato di Osaka dove la sua fame crebbe a dismisura, nel frattempo il più importante mercato divenne quello di Edo (Tokio), Homma vi si trasferì per condurvi i suoi affari, a Tokio divenne consulente finanziario del governo, meritandosi il titolo di Samurai.
Una breve biografia dedicata a Homma era doverosa perché a lui è attribuita la paternità dell’analisi tecnica mediante candle chart, in realtà probabilmente, Homma più che di questa tecnica si serviva di tutta una serie d’informazioni “riservate” che gli consentivano di trarre conclusioni sui livelli futuri dell’offerta sul mercato. Inoltre Homma faceva affidamento a tre adagi che considera delle regole fondamentali per chi opera sui mercati finanziari:
1) Quando vedi un trend non salirci sopra, chiediti piuttosto se è il caso di fare l’opposto.
2) Non ascoltare le “notizie” che vorrebbero il mercato in crescita o al ribasso, non si fanno affari con le notizie degli altri.
3) Non parlare mai ad altre persone delle tue intenzioni, una volta presa una decisione con criterio, i consigli di altri potrebbero farti cambiare idea e sicuramente perderesti un affare.
Queste regole e molti altri suggerimenti sono riportati nel libro scritto da Homma nel 1755 The fountain of gold, ma la frase che forse riassume meglio la filosofia del libro è: “Se vuoi imparare sul mercato, chiedi al mercato! Solo così potrai diventare un detestabile demone del mercato”.
Per due secoli questa metodologia è restata celata agli analisti occidentali ma in poco più di 10 anni è divenuta molto popolare tra questi, le ragioni di tanta notorietà sono fondamentalmente tre:
1)fornisce indicazioni non disponibili con altri metodi;
2)può essere applicata a qualsiasi mercato;
3)non preclude l’utilizzo d’altri strumenti dell’analisi tecnica, che ne sono anzi potenziati, costruendo a quella che è definita analisi tecnica multipla e che sarà oggetto di discussione nei capitoli successivi.
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